A cosa stiamo assistendo oggi? Come possiamo riconoscere e combattere il greenwashing?
Andando a scomodare un intero comparto letterario, opus magnum di uno tra i più grandi autori – o il più grande nella sua categoria – dell’occidente, il To Be, or Not To Be del quesito amletico è applicabile ad una infinità di situazioni e definisce uno stato, una condizione invero piuttosto intima, della persona che lo pone. Un ideale.
Sono le persone, i singoli, a generare le idee, così come sono le moltitudini a portarle avanti. Se ne vale la pena.
Noi oggi lo applichiamo ad una volontà – di questo si tratta – di realizzare qualcosa che possa, nel suo piccolo tra i piccoli, essere determinante ed avere rilevanza per essere punto fermo e di partenza per ogni altra cosa.
Green Economy o Greenwashing?
Questi sono due termini inglesi che identificano altrettante condizioni in cui si trovano le aziende, tutte le aziende, che operano a qualsiasi livello nell’economia (quindi tutte le aziende – ed anche molte associazioni, cooperative).
Questi termini si identificano nell’incipit shakespeariano di Essere o Non Essere. Nell’economia aziendale, quando non si è, si sta fingendo (o peggio).
A certi livelli tutti hanno un determinato grado di finzione, usando degli strumenti di marketing per raccontare una storia che non sempre è quella è, e lo fanno un pò per rinfrescarsi, un pò per trovare una dimensione in linea con i tempi correnti. Molti lo fanno male tuttavia e lo applicano ancora peggio.
La Green Economy è un sistema che tende i suoi sforzi verso un piano ecologicamente sostenibile di produttività.
Il Greenwashing è un sistema che permette di dare un colpo di spugna ai risultati di tutte le pratiche anti-ecologiche – che ancora persistono e continueranno ad essere – per ripulire l’immagine di una azienda agli occhi sia dei consumatori sia degli investitori, o degli Enti di controllo.
Plauso e Biasimo
Trasportare o creare un sistema economico – una azienda – nella mentalità del rispetto ambientale, dello sviluppo sostenibile, che sia efficace nell’immediato e generi un reddito positivo verso il pianeta è difficile, costoso, impervio. Tale è dato che non esiste ancora un’etica ed una cultura diffuse che facciano desiderare alle persone questo percorso. Qualcosa si sta muovendo tuttavia.
E’ difficile perché mancando la cultura mancano anche gli strumenti sociali per rendere questo percorso naturale.
Dove sta cambiando quindi?
Cambiano le sensibilità, innanzitutto. Tutti i movimenti più o meno spontanei di sensibilizzazione una certa eco l’hanno ottenuta: la dovuta attenzione ha iniziato a rendere appetibile a più livelli – pur anche cinicamente parlando – il settore della Green Economy; dal produttore alle lobby, terminando nella politica stratificata.
Assistiamo ormai quotidianamente a moti d’iniziativa, barlumi di innovazione green – un pò perché voluto un pò perché normativamente necessario – su come questo o quell’altro prodotto sono rispettosi dell’ambiente. Sono tutte azioni che ricevono il plauso comune per il coraggio.
Questo in contrapposizione a tutte le aziende che, ad esempio, comprano Titoli Green per bilanciare (e mettere a bilancio) la loro impronta CO2. Biasimo totale. Greenwashing puro. Nulla da aggiungere.
Adesso siamo ancora nella mentalità di quest’epoca a cavallo tra i due secoli, in cui tali azioni sembrano quasi eroiche e vengono mostrate sia dai diretti interessati sia dalla stampa di settore come tali.
E’ un sensazionalismo che dovrebbe essere abbandonato. Se si permettesse ai fatti di trovare il loro alveo naturale potremmo accogliere la Cultura Green come quell’ordinario che meriterebbe e scegliere di conseguenza.
Per le aziende nate nel 21° secolo è anche abbastanza naturale – con eccezioni sia chiaro – questo processo.
Parliamo di Fatti, dell’Essere
Non un prodotto o linea di prodotti, non un servizio, non un racconto, una patinata storia aziendale.
Partire con una impronta e portarla avanti, questo è il dettaglio che distingue una azienda green da una che sta cercando di ripulirsi.
E’ da qui che partirà una serie di articoli su dati fattuali di come la Green Economy sia non solo conveniente (sotto tutti gli aspetti del termine) ma anche un percorso naturale che non ammette deviazioni.
Non vogliamo erigerci a maestri di alcunché, solo raccontare come uno stile di vita possa essere trasposto nelle innumerevoli realtà fino a permearle, ed al contempo creare ove non presenti.
Quegli stessi stili di vita che rendono ordinariamente piacevole l’essere in armonia con l’ambiente in cui tutti viviamo.